Tutto quello che c’è da sapere sul danno non patrimoniale

Il danno non patrimoniale è una questione complessa e molto importante: si tratta di un argomento che può avere conseguenze legali, economiche ed emotive per tutte le persone coinvolte.

Ognuno ha il diritto di esigere giustizia quando viene colpito da qualcosa come lesioni fisiche, discriminazione o sofferenza psicologica: la legge riconosce questi tipi di danni e offre alle vittime la possibilità di ricevere risarcimenti in caso di tali circostanze. In questo articolo, scopriremo tutto quello che c’è da sapere sul danno non patrimoniale: dagli elementi costitutivi all’importanza delle prove documentali fino al calcolo dell’ammontare del risarcimento.

Allora preparatevi ad apprendere la terminologia necessaria per affrontare eventualmente situazioni simili e per sapere, qualora siate residenti nel capoluogo piemontese, come chiedere un risarcimento danni a Torino!

Che cos’è il danno non patrimoniale

Il danno non patrimoniale è un tipo di danno che ha una conseguenza non materiale o non monetaria: si tratta di un danno all’integrità, all’onore o alla dignità personale; il danno può anche interessare altre parti, come i figli, e deriva da azioni commesse da altri, come calunnia, violenza, negligenza o discriminazione.

A differenza del danno patrimoniale, che si riferisce a situazioni economicamente quantificabili e indennizzabili, il danno non patrimoniale ha una natura più profonda e personale. Il danno non patrimoniale prende la forma di una lesione dei diritti personali come la riservatezza, l’intimità o l’immagine di sé.

Le persone colpite da questo tipo di danno subiscono conseguenze non materiali che vanno al di là dei profitti economici: per questo motivo, non può essere misurato in termini economici ed è difficile da quantificare ed eventualmente indennizzare. Può includere sensazioni come vergogna, ansia o depressione o può manifestarsi come violazione della proprietà intellettuale o del diritto all’immagine.

Quali sono i limiti alla risarcibilità del danno non patrimoniale

I limiti alla risarcibilità del danno non patrimoniale dipendono dai diversi sistemi giuridici: in generale, in molti paesi è oggetto di una compensazione soltanto la sofferenza direttamente subita dalla vittima a causa dell’illecito commesso da altri, esclusi tutti i danni conseguenti che non siano direttamente connessi con tale sofferenza. Ad esempio, i costi di trattamento medico possono essere considerati risarcibili, ma solo se sono strettamente collegati al danno patrimoniale subito.

Altri limiti alla risarcibilità del danno non patrimoniale comprendono le ragioni di giustizia e di opportunità. Se la compensazione è considerata eccessiva o ingiusta in relazione alle circostanze della causa, un tribunale può decidere di ridurre la somma dovuta come risarcimento. Inoltre, alcuni tipi di danno non patrimoniale potrebbero non essere risarcibili a causa del principio dell’equità, anche se sono ampiamente riconosciuti come validi.

Come viene calcolato il danno non patrimoniale in base alla giurisprudenza

Il danno non patrimoniale è una forma di risarcimento che copre le spese non direttamente legate ai beni materiali, come ad esempio il dolore, l’ansia, lo stress o la sofferenza mentale sperimentati dalla vittima. La giurisprudenza, oltre alle leggi esistenti, definisce anche come calcolare il danno non patrimoniale.

Secondo alcune sentenze della Corte di Cassazione, il calcolo deve essere effettuato in base all’entità e alla durata del danno subito. Tale calcolo può essere, quindi, fatto in base a diversi criteri, tra cui abbiamo:

  • la gravità delle lesioni;
  • la natura del fatto dannoso;:
  • il comportamento della persona responsabile;
  • la sofferenza sperimentata dalla vittima.

Le sentenze della Corte di Cassazione offrono anche un quadro generale per determinare l’importo del risarcimento da assegnare in base alle circostanze specifiche del caso; altre sentenze, invece, prendono in considerazione anche le somme corrisposte in precedenza che devono essere sottratte all’importo finale da pagare.

Inoltre, la giurisprudenza sottolinea la necessità di stabilire un equilibrio tra l’entità del risarcimento e le ragioni che lo hanno determinato. Pertanto, al momento della determinazione del risarcimento non è sufficiente valutare l’entità o la durata del pregiudizio subito; è necessario tenere conto anche della gravità dell’illecito commesso e della responsabilità soggettiva della vittima.